Il cuore viaggia ma resta sempre dove lo si è lasciato

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Quando la vita si fa più breve sono i ricordi di famiglia che tornano come custodi delle vere e uniche emozioni.

Nel mezzo, vi è l’altra parte della vita, quella scelta per un nuovo interesse, per casualità o per uno momentaneo coinvolgimento ma spesso senza un vero perché, ma solo perché quel momento affascinava. Quella stessa che ti ha coinvolto al punto da credere che fosse quella giusta o meglio quella che forse faceva più comodo.

Storie che si accavallano, altre che si sostituiscono, altre che lottano per la sopravvivenza mentre quel ricordo che profuma della casa natale si fa forte e ti entra nelle narici e ti toglie il respiro.

Improvvisamente ora rivedi i bambini correre felici nel cortile di casa, i parenti che strillano per implorarli a non farsi male mentre,  dalla cucina, escono gli odori delle pietanze di tante domeniche di festa. Ora suonano ancora le campane, ma in un luogo diverso, le luci dei lampioni brillano in un profondo silenzio, le voci sfumano lungo le vie e ogni persona ha un volto ma senza un ricordo.

Quando giunge l’età in cui bisogna ricordare chi si è, il tempo di mezzo si sfuma come ogni abitudine mentre si cerca una giustificazione per non soffrire di nostalgia. Si allontanano i pensieri e mentre si spera che qualcuno da lontano chiami, quella sua stessa voce implode nel profondo dove nessuno può ascoltare e diventa un eterno segreto.

Ma quando il cuore vorrebbe volare dove ha lasciato l’ultimo saluto, c’è sempre qualcosa o qualcuno che tu stesso hai creato o che si è impadronito delle tue debolezze, che ti frena e ti impedisce di dire: “ho terminato ogni viaggio senza mai più trovare me stesso”.

Ma quel ricordo può tornare a pulsare solo scegliendo di liberare le proprie emozioni, troppo spesso lasciate infreddolite da parole mai spese. Poi un giorno giunge il momento di tenere stretto il cuore in mano e desiderare di riconciliarsi con il grande e unico amore che sopravvive riservato in quei bei ricordi trascorsi in famiglia. Perché ce n’è una sola, quella che perdona sempre.

Buon Natale

 

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