Terzo capitolo: “Gli Agrumi della nuova Regina Arancia, Mandarino, Bergamotto e il Barone Marzapane”

La palestra era un grande terrazzo accuratamente disposto verso sud, con attrezzi appesi ai rami della famiglia, come in un albero genealogico e frasche disposte all’ingresso sopra due vecchi tronchi, come di benvenuto.  In profondità si scorgeva un ambiente ombroso e fresco. Una stradina di fine terriccio dal colore  biondo sabbia divideva le aree delle discipline, a destra quella con gli attrezzi per tonificare il fisico e a sinistra quella per “asciugare ” i liquidi in eccesso e snellire la figura. C’era un grande odore di pulito, del resto negli anni ‘60 la famiglia di Pompelmo aveva investito una certa parte di eredità lasciata dei nonni agrumicoltori di tradizione secolare, per costruire una azienda  di nota  marca di detergenti “al sapor di agrumi”, poi venduta ad una multinazionale-chimica americana fondata questa da un parente che aveva fatto fortuna a Chicago nei primi decenni del ‘900. Avevano così dimostrato che dopo anni di proibizionismo era necessario costruire una vita pulita ed essenziale. E mentre Pompelmo sembrava intento in una conversazione con una arancia dal bel colorito che si  sporgeva in avanti mettendo in luce il superbo décolleté, Arancia si fece avanti e con un gesto gentile appoggio l’ombrello ad un paletto e fece cenno di voler chiedere di poter essere sentita. Pompelmo era lucido in fronte e i suoi pori sudavano, aveva da poco finito la lezione di aerobica con le arance “antarosse” che l’avevano impegnato  nelle ore più calde.  Arancia lo guardò e arrossì le gote fino ad assomigliare più alla nobile famiglia de Sanguinello, mentre suo fratello sempre più nero in viso sembrava più appartenere alla famiglia de Moro.